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"Dobbiamo camminare dritti per non cominciare a morire"

Primo Levi (31 luglio 1919 - 11 aprile 1987)

Foto di Lorenzo Ciapponi per Gariwo

Foto di Lorenzo Ciapponi per Gariwo

"Devo confessare: dopo una sola settimana di prigionia, in me l’istinto della pulizia è sparito. Mi aggiro ciondolando per il lavatoio, ed ecco Steinlauf, il mio amico quasi cinquantenne, a torso nudo, che si strofina collo e spalle con scarso esito (non ha sapone) ma con estrema energia. Steinlauf mi vede e mi saluta, e senza ambagi mi domanda severamente perché non mi lavo. Perché dovrei lavarmi? Starei forse meglio di quanto sto? Piacerei di più a qualcuno? Vivrei un giorno, un’ora di più? Vivrei anzi meno, perché lavarsi è un lavoro, uno spreco di energia e di calore. Non sa Steinlauf che dopo mezz’ora ai sacchi di carbone ogni differenza fra lui e me sarà scomparsa? [...] Morremo tutti, stiamo per morire: se mi avanzano dieci minuti fra la sveglia e il lavoro, voglio dedicarli ad altro, a chiudermi in me stesso, a tirare le somme, o magari a guardare il cielo e pensare che lo vedo forse per l’ultima volta: o anche solo a lasciarmi vivere, a concedermi il lusso di un minuscolo ozio.
Ma Steinlauf mi dà sulla voce. Ha terminato di lavarsi, ora si sta asciugando con la giacca di tela che prima teneva arrotolata fra le ginocchia e che poi infilerà, e senza interrompere l’operazione mi somministra una lezione in piena regola. Ho scordato ormai, e me ne duole, le sue parole dirette e chiare, le parole del già sergente Steinlauf dell’esercito austro-ungarico, croce di ferro della guerra ’14-’18. Me ne duole, perché dovrò tradurre il suo italiano incerto e il suo discorso piano di buon soldato nel mio linguaggio di uomo incredulo. Ma questo ne era il senso, non dimenticato allora, né poi: che appunto perché il Lager è una macchina per ridurci a bestie, noi bestie non dobbiamo diventare; che anche in questo luogo si può sopravvivere, e perciò si deve voler sopravvivere, per raccontare, per portare testimonianza; e che per vivere è importante sforzarci di salvare almeno lo scheletro, l’impalcatura, la forma della civiltà [...]. Dobbiamo quindi, certamente, lavarci la faccia senza sapone, nell’acqua sporca, e asciugarci nella giacca. Dobbiamo dare il nero alle scarpe, non perché così prescrive il regolamento, ma per dignità e per proprietà. Dobbiamo camminare diritti, senza strascicare gli zoccoli, non già in omaggio alla disciplina prussiana, ma per restare vivi, per non cominciare a morire".


Primo Levi, Se questo è un uomo


Venticinque anni fa moriva  Primo Levi. Il prossimo 17 aprile un albero del Giardino dei Giusti di tutto il mondo a Milano sarà dedicato a lui.


Le commemorazioni dedicate a Primo Levi


11 aprile 2012

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