Gariwo
QR-code
https://it.gariwo.net/libri-and-co/film/opere-varie/urla-del-silenzio-the-killing-fields-15081.html
Gariwo

Urla del silenzio (The Killing Fields)

di Roland Joffè Regno Unito, 1984

SINOSSI:
Cambogia, 1975. Sono già un paio d'anni che Sidney Schonberg (Sam Waterson), inviato del New York Times, segue in prima linea le vicende della guerra civile cambogiana, coadiuvato dall'amico e collaboratore Dith Pran.  Nonostante i fitti bombardamenti ordinati dal presidente Nixon, per sfiancare il Paese ed evitare che appoggi militarmente i nord-vietnamiti, i khmer rossi riescono a prendere il potere e imporre la loro dittatura comunista. Schonberg e Pran, insieme al foto-reporter Alan Al Rockoff (John Malkovich) vengono arrestati dai soldati khmer e solo la disperata mediazione di Pran salverà loro la vita. Rifugiatisi nell'ambasciata francese, riusciranno a rimpatriare tutti tranne Pran, che, privo di passaporto, dovrà consegnarsi al regime di Phnom Penh e affrontare la terribile realtà dei campi di concentramento khmer. Tornato negli USA, Schonberg scriverà il suo reportage sui fatti cambogiani e vincerà il Pulitzer che dedicherà all'amico Pran, nella trepidante e disperata attesa di poterlo riabbracciare. 

Urla del silenzio - The killing fields, è il primo lungometraggio del regista inglese, ma di chiara origine francese, Roland Joffè. Correva l'anno 1984 e il regista, solo due anni dopo, firmerà l'altro suo grande capolavoro, Mission. Attratto dalle grandi tematiche storiche e di forte impatto sociale - basti pensare a La città della gioia del 1992 - Joffè esordisce alla regia scegliendo come tema una pagina di storia tra le più drammatiche e meno conosciute del '900. Il film prende spunto dal libro bestseller di Sydney Schonberg, giornalista del New York Times, che ha collaborato con Joffè nella stesura della sceneggiatura. 

Urla nel silenzio - The killing fields è un film crudo e dalla grande intensità emotiva, che non risparmia sequenze drammatiche, capaci di raccontare in modo esplicito la violenza perpetrata dai rivoluzionari khmer durante la terribile dittatura di Pol Pot. Una pellicola di contenuto storico, ma non didascalica o eccessivamente documentaristica. Lo splendido rapporto di amicizia che si instaura tra i protagonisti e i particolare tra Schonberg e Pran - su cui il regista si sofferma - commuove lo spettatore. 

Il film vuole essere un atto di denuncia della guerra e della violenza che essa genera inevitabilmente, denuncia di cui Schonberg diventa portavoce nel momento in cui ritira l'ambitissimo premio Pulitzer, quando non lesina critiche nemmeno al governo americano, reo di aver esasperato con i suoi bombardamenti il popolo cambogiano. 

Mirabilmente diretto e ben confezionato, come testimoniano gli Oscar vinti per il Miglior montaggio (Jim Clark) e Miglior fotografia (Chris Menges), il film trova un ulteriore punto di forza nelle magistrali interpretazioni del cast, tra cui spicca la performance di Haing Ngor, vincitore della statuetta come Miglior attore non protagonista

Tra i meriti principali di Joffè c'è quello di averci dato la possibilità di conoscere più a fondo un capitolo della storia contemporanea tanto drammatico. Il dramma del popolo cambogiano, vittima della follia dei khmer rossi, merita un approfondimento e una riflessione cui, indubbiamente, questo film apporta un contributo molto rilevante. 

Non perderti le storie dei Giusti e della memoria del Bene

Una volta al mese riceverai una selezione a cura della redazione di Gariwo degli articoli ed iniziative più interessanti. Per iscriverti compila i campi sottostanti e clicca su iscrizione.




Grazie per aver dato la tua adesione!